Il potenziale espressivo di un artista si manifesta alla luce delle sue “responsabilità” culturali.
Giuseppe Volante, autore siculo dal segno europeo (e lo vedremo più avanti) non insegue mai parametri di pura concettualità e nemmeno lavora in ordine a una verità logica del pensiero.
Al centro della sua pittura c’è enigma, l’immagine poetica, una poesia fragile e insieme tagliente, in ogni caso carica di brividi e allarmi, di sortilegi del pennello. La sua e una coscienziosa, premeditamente surreale, volutamente astratta, dove il dato visibile è lo spazio nel quale l’artista conduce le sue operazioni cromo surreali.
Con Volante, la realtà, la surrealtà, il simbolismo del senso e del non-senso appartengono di diritto al mondo, alla conoscenza, al trionfo della ragione.
La sua incidenza postaturalistica affonda le proprie radici nella destruttura della” visioné’.
E’ lì che prende forma la verità del mistero, che è in tutti i segni e in tutti i colori. Chiamale, se vuoi, decostruzioni.
Ma questa è la parola chiave per un’analisi delle opere dell’artista che abita il sud artistico d’Italia, ma mentalmente è proiettato nelle più pensose aree di ricerca europee.
Ma non solo di decostruzioni, narrative e simbologiche, vivono i suoi segni e i suoi cromi.
Volante annette ai contorni delle conformazioni ideografiche un chè di metaforico e di metafisico: non a caso le sue tele sono frequentate da ornazioni alludenti ad una filosofia del trionfo vitale.
Donat Conenna
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